skip to Main Content

Dall’incontro con lo storico speaker di radio popolare e uno dei maggiori esperti di cultura afroamericana,il pubblicista Gianni del Savio, nasce una profonda e proficua collaborazione che si concretizza in una serie di retrospettive dedicate a musicisti, scrittori ed artisti in genere. Lo Zig Zag Social Club di S. Donato Milanese è lo spazio al centro di questi e molti altri eventi culturali ed è il luogo dove molti artisti hanno la possibilità di conoscersi e confrontarsi; è durante uno di questi incontri che ho ricevuto l’invito dal cantautore Evasio Muraro a partecipare alla registrazione del disco “ Scontro Tempo”.

Omaggio alla Beat Generation

“Voglio essere considerato come un poeta jazz che suona un lungo blues in una jam session di una domenica pomeriggio” scrisse Jack Kerouac nella prefazione di Mexico City Blues. Forse non tutti sanno che la principale ispirazione creativa di Jack Kerouac non partiva da riferimenti letterari, ma dalla sua dedizione alle lunghe e affascinanti frasi dei sassofoni di Charlie Parker, Lester Young o John Coltrane. Il giornalista Matteo Fratti e Lorenzo Rota hanno dedicato, presso lo Zig Zag Social Club di S. Donato Milanese, un omaggio ad uno dei più grandi scrittori statunitensi considerato il “padre” del movimento Beat. Matteo Fratti ha ricostruito la figura di Jack Kerouac ed è stato accompagnato dai sassofoni di Lorenzo Rota, che ha improvvisato offrendo i giusti contrappunti jazzistici come l’occasione giustamente imponeva.

Muscle Shoals Sound Studios

A Florence, in Alabama, è il 1959 quando, in una parte di un drugstore, un gruppo di musicisti mette in piedi uno studio di registrazione e crea la FAME (Florence Alabama Music Enterprise). Lo studio, noto poi negli anni successivi come Muscle Shoals Studios,darà vita ad un suono destinato a entrare nella storia della musica e della cultura americana; nei Muscle Shoals Sound Studios registreranno tutti: da Wilson Pickett ai Rolling Stones, da Bob Dylan a Bettye Lavette, fino a Etta James ed Eddie Hinton. Presso lo spazio Zig Zag Social Club di San Donato Milanese, Gianni Del Savio,storico speaker di Radio Popolare, redattore del Buscadero e profondo conoscitore della cultura afroamericana ha raccontato proprio le straordinarie vicende di questo particolare luogo, accompagnato dal sassofonista Lorenzo Rota che ha per l’occasione presentato alcune sintetiche dimostrazioni pratiche di un sound immortale.

Sonny Rollins

Presso lo Zig Zag Social Club di S. Donato Milanese Sonny Rollins,uno dei più grandi jazzisti viventi, è stato il protagonista della retrospettiva a cura Gianni Del Savio, storica voce di Radio Popolare e redattore del Buscadero, e del sassofonista Lorenzo Rota, la cui recente composizione This Is Love è stata definita particolarmente “affascinante” da Bret Primack, noto critico americano nonché portavoce dello stesso Sonny Rollins. Nato a New York nel 1930, Sonny Rollins non è stato soltanto uno straordinario musicista, capace di esibirsi in perfetta solitudine con il suo sassofono e di sviluppare geniali evoluzioni sui temi inventando un suono incredibile; è un visionario che, all’interno dell’estetica del jazz, ha sviluppato una percezione originale e unica della musica: “Questo è il jazz:”- disse durante un’intervista – “jazz vuol dire libertà. Non credo sia obbligatorio andare sempre a tempo. Ma si può suonare in due modi diversi. Uno, senza pulsazione. L’altro, con una pulsazione fissa e si suona su quella. Ed è questo che io considero il paradiso, riuscire a essere così liberi, spirituali, musicali”. Ammirato da tutti, a partire da Miles Davis e Thelonious Monk fino a Jack Kerouac e ai Rolling Stones, Sonny Rollins è stato un protagonista assoluto della musica del ventesimo secolo il cui patrimonio è ancora tutto da rivelare.

John Coltrane

John Coltrane è stato uno dei più grandi jazzisti di sempre ed è a lui e al suo sassofono che Zig Zag ha dedicato una retrospettiva. L’incontro si è svolto attraverso la narrazione di Gianni Del Savio, redattore del Buscadero e speaker di Radio Popolare, con gli interventi teorici e pratici del sassofonista lodigiano Lorenzo Rota che già aveva sviluppato un’analoga monografia dedicata a Sonny Rollins. Nella sua casualità il passaggio tra i due appuntamenti è una coincidenza significativa: la grande svolta nella vita e nella carriera di John Coltrane avviene in seguito all’incontro con Miles Davis. Nel 1955, il trombettista, dovendo sostituire proprio Sonny Rollins, scelse John Coltrane. Un legame controverso e complesso che portò però all’incisione di numerosi album, compreso uno dei capolavori assoluti del ventesimo secolo, Kind of Blue, nel 1959. Da allora John Coltrane ha orientato i suoi sforzi artistici in tutte le direzioni possibili, arrivando nel 1964 al suo masterpiece, A Love Supreme. Altre intuizioni musicali lo portarono a misurarsi con gli aspetti più estremi dell’improvvisazione jazzistica o verso le radici africane più profonde seguendo un’ispirazione che lo stesso John Coltrane descriveva così: “Non c’è mai fine. Ci sono sempre dei suoni nuovi da immaginare, nuovi sentimenti da sperimentare. E c’è la necessità di purificare sempre più questi sentimenti, questi suoni, per arrivare ad immaginare allo stato puro ciò che abbiamo scoperto. In modo da riuscire a vedere con maggior chiarezza ciò che siamo. Solo così riusciamo a dare a chi ci ascolta l’essenza, il meglio di ciò che siamo.

La macchina del Jazz

“Il jazz non è solo musica è anche un linguaggio. Il linguaggio della protesta scandito in ritmi sanguinosi che nascono dall’ira e dal dolore, il linguaggio segreto che la legione degli sfruttati usa per gridare il suo odio e la sua miseria. E’ una lingua che ha mille accenti e mille dialetti Può essere fredda, amara, un sussurro d’ottoni o selvaggia, violenta, come un fiotto che sgorga dalle bocche rauche. Può essere vibrante come una nota di pianoforte o pulsante, ribelle, sotto la pelle tesa del tamburo”: così scriveva Richard Matheson, uno dei più grandi scrittori americani degli ultimi anni, in La macchina del jazz (Fanucci), un racconto visionario e sorprendente che è stato sintetizzato in una breve rappresentazione grazie alle letture di Gianni Del Savio e Marco Denti supportati dai sassofoni di Lorenzo Rota. L’iniziativa, che ha avuto lo scopo di far conoscere sia Richard Matheson che una visione originale del jazz, è stata presentata in esclusiva per lo Zig Zag Social Club di S. Donato Milanese.

Back To Top